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Una seta anche biologica

A marzo 2015 il MIPAAF (Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali) ha approvato il disciplinare per la “Gelsicoltura e Bachicoltura Biologica” creato dall’ICEA (Istituto Certificazione Etica e Ambientale).

Per l’Italia è il primo sul tema (finora si poteva far riferimento solo a disciplinari volontari esteri). Lo schema approvato dal Ministero – e inserito a pieno titolo all’interno del regime di controllo CE per i prodotti bio – si riflette non solo nel settore tessile biologico, ma consente da qui in avanti di poter certificare come da agricoltura biologica il “bozzolo fresco” da destinare anche a quello della cosmesi o alla produzione di mangimi per animali di affezione.

Il disciplinare – realizzato in collaborazione con il CREA-AA di Padova (ex Cra-Api Unità di ricerca di apicoltura e bachicoltura) – copre l’intero processo di certificazione del baco, e i prodotti certificabili sono il bozzolo fresco con crisalide viva e il seme-bachi, che deve essere deposto da farfalle madri allevate con metodo biologico. Sono state normate tutte le varie fasi del ciclo: dalla gestione del gelseto all’origine degli insetti, dalla produzione – quindi condizioni ambientali, alimentazione, profilassi e tutto ciò che contribuisce al benessere del baco – all’etichettatura.

Fonte: www.icea.info


In occasione della Conferenza Stampa di presentazione del progetto “La Rinascita della Via della Seta” del 17 Giugno 2015 al CRA-API di Padova, Paolo Foglia, responsabile Ricerca e Sviluppo per ICEA (Istituto di Certificazione Etica e Ambientale), ha parlato degli sviluppi nel campo della certificazione di seta biologica, dove ICEA è stato il vero pioniere.

ICEA certifica da tempo imprese tessili e della cosmesi bio, che già operano su mercati internazionali” spiega, aggiungendo che “esiste una domanda a livello internazionale di seta biologica che può essere impiegata su settori strategici per l’Italia“.

> Focus sulla Conferenza Stampa del 17 Giugno 2015