Il CREA-AA Agricoltura e Ambiente laboratorio di Padova (ex CREA-API Unità di Ricerca per l’Apicoltura e la Bachicoltura) ha sede a Padova dal 1871 – in origine era denominato Regia Stazione Bacologica Sperimentale. La scelta della città patavina non fu casuale ma voluta sia per la fiorente attività serica dell’epoca sia per la presenza di un’importante Università a supporto della ricerca.
E’ stato quindi fin dal suo esordio motore della sericoltura nazionale, instaurando un legame profondo con il territorio: infatti il Veneto fu tra le ultime regioni italiane ad abbandonare l’attività gelsibachicola dopo la seconda guerra mondiale, insieme al Friuli Venezia Giulia.
Oggi il CREA-AA di Padova conserva un patrimonio inestimabile: qui vengono custodite le risorse genetiche del baco da seta (razze) e del gelso (varietà coltivate) per potere fornire le uova e le pianticelle agli agricoltori che ne hanno bisogno. Inoltre riproduce questa biodiversità, rappresentata dalle diverse razze (circa 200) di baco, ogni anno in primavera ed estate. Il baco non esiste più allo stato selvatico, pertanto questo prezioso insetto si estinguerebbe senza l’apporto dell’uomo.
L’istituto di ricerca è ubicato in una struttura moderna, restaurata nel 2006: possiede un impianto fotovoltaico e geotermico, che permette una considerevole riduzione dei costi di riscaldamento e raffrescamento. Vanta un gelseto sperimentale di due ettari e mezzo, con cisterna per la raccolta delle acque piovane che può fornire acqua all’impianto d’irrigazione e ai locali di allevamento, laboratori e uffici, e uno stabile per la lavorazione della foglia.
Ha giocato un ruolo fondamentale nel progetto della “Rinascita della Via Seta in Veneto”, fornendo consulenza tecnica, per allevamento e trattura della seta, organizzando gli agricoltori e fornendo loro uova e larve di baco da seta, essiccando il bozzolo e valutandone la qualità merceologica, impegnandosi con la Regione Veneto nella realizzazione di misure idonee per la bachicoltura, lavorando per la realizzazione di una gelsibachicoltura biologica.
Tuttavia in questo momento il CREA-AA è commissariato, con l’obiettivo di ridurre le sedi regionali del 50% e la spesa corrente del 10% – Legge di stabilità del 2014 – creare megacentri sul modello del CNR, accorpando varie strutture. Nel caso specifico della sede di Padova – nuova e in concessione dalla Provincia – si ipotizza uno spostamento dell’attività a Rovigo oppure di trasferire l’azienda sperimentale di colture industriali di Rovigo a Padova.
“Entrambe le operazioni comporterebbero un aumento dei costi e non una riduzione – spiega Silvia Cappellozza, direttrice del CREA-AA di Padova – senza contare l’enorme danno all’attività di ricerca svolta finora. Si spenderebbe un’enormità di fondi pubblici per creare nuovi edifici, spostare laboratori, piantagioni di alberi e si creerebbero notevoli disagi al personale, senza ottenere alcun vantaggio economico o logistico, ma addirittura creando sprechi irrazionali.”
“Tengo a precisare che ad oggi il nostro istituto – continua Cappellozza – si mantiene da solo grazie ai tanti progetti di ricerca e alle attività che svolge con il territorio. Ed è proprio il legame e le relazioni instaurate con questo territorio che non possono essere trasferite, in particolare con l’Università di Padova, per non parlare dei due ettari e mezzo di gelseto. Basti pensare al fatto che gli alberi hanno un tempo minimo di 3-4 anni per essere ripiantati ed entrare in produzione.”
Un trasferimento comporterebbe anche un pericolo per la conservazione delle razze, proprio perché non sono valutabili a priori le derive di insetticidi del territorio, dove si intende operare lo spostamento: servirebbero anni di studi per valutare le nuove condizioni ambientali. La sede di Padova è perfettamente tarata sulle esigenze dell’attività di gelsibachicoltura, nuova e funzionale, a costi nulli per riscaldamento, raffrescamento e approvvigionamento idrico. Riprodurre la stessa struttura altrove sarebbe un costo enorme.
Il CREA-AA di Padova è anche in stretta connessione con il Museo vivente degli insetti “Esapolis”, ospitato nella sede storica della ex-Regia Stazione Sperimentale. Molteplici attività didattiche e formative sono comuni, e, addirittura, le collezioni seriche storiche e la biblioteca e l’archivio storico del CREA-AA di Padova sono ospitate nel Museo.
“La struttura di Rovigo adibita a ricerca agricola – sostiene Cappellozza – non è adatta alle attività della gelsibachicoltura, perché dove si sperimenta in agricoltura ci può essere la necessità di utilizzare diserbanti o fitofarmaci di vario tipo che possono danneggiare i bachi da seta”.
“Infine si perderebbe il know-how del personale precario che per ovvi motivi logistici non sarebbe disposto al trasferimento. Parliamo di anni di ricerca e ottimi risultati ottenuti. E’ necessario che l’opinione pubblica prenda coscienza delle gravi conseguenze che comporterebbe tale scelta. Ma soprattutto va tenuto conto dell’enorme potenzialità del progetto della Via Etica della Seta, che purtroppo senza il contributo del CREA è destinato a scomparire.”
Sono davvero significativi i numeri relativi alle attività del CREA-AA di Padova da quando è partito il progetto “La Rinascita della Via della Seta”: centinaia di telaini, milioni di bachi, migliaia di kg di bozzoli freschi, decine di aziende coinvolte, tantissimi posti di lavoro. E’ per questo che questa realtà va preservata e supportata.
> La Via Etica della Seta al Festival EcoFuturo 2015